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Le storiche limonaie del lago di Garda: quando la mano dell'uomo si confondeva con il paesaggio

saranavacchia

Che il nome del paesino Limone fosse legato al celebre agrume coltivato sulle rive del lago di Garda era più che scontato, ma non lo è pensare che la cittadina conservi ancora le antiche strutture, risalenti all'inizio del XVIII secolo, utilizzate per il ricovero e la protezione degli agrumi durante la stagione invernale.



Già dal XII secolo infatti, grazie al clima mite del lago, l'uomo era riuscito a coltivare limoni e arance, plasmando e modellando il terreno scosceso delle pendici delle montagne, trasformandolo in un paesaggio nuovo, produttivo, anch'esso però in armonia con gli elementi circostanti. Sono nate così sui terrazzamenti (chiamati còle) le tipiche limonaie, strutture in pietra e legno destinate alla protezione degli agrumi durante i mesi più freddi.




Appena si entra dentro alla Limonaia del Castèl, oggi museo, si rimane subito colpiti dall'incredibile atmosfera del luogo e ci si sente catapultati in un'altra epoca. E' affascinante vedere come la sapiente mano dell'uomo abbia saputo lavorare e modificare il territorio, con maestria e rispetto del paesaggio, rendendolo adatto ad ospitare importanti coltivazioni, nonostante le forti pendenze dei terreni.


I terrazzamenti sono infatti uno straordinario esempio testimoniale di una cultura che sapeva sapientemente fondersi con il territorio, rispettandone ogni peculiarità.

Sono ancora leggibili i sistemi di distribuzione dell'acqua, necessaria per l'irrigazione, che sfruttavano la pendenza del terreno, e la storica fontana lapidea.



Le antiche limonaie del Garda, destinate soprattutto alla produzione di agrumi per l'esportazione all'estero (in particolare Germania, Polonia e Russia), vantano anche il record di essere state per secoli le limonaie situate nell'area più settentrionale del mondo. Anche J. W. Goethe, di passaggio in barca sul lago nel settembre 1786, le ricorda così: "Passammo davanti a Limone i cui giardini disposti a terrazze e piantati di limoni, hanno un ricco e bell'aspetto. Il giardino è costituito da file di bianchi pilastri quadrati, che stanno ad una certa distanza l'uno dall'altro e si spingono su per la montagna ad uso di gradinata. Sopra tali pilastri sono poste delle forti travi per coprire le piante durante l'inverno. L'osservazione e la contemplazione di tali piacevoli oggetti fu favorita dalla lenta navigazione".



Secondo la tradizione il paesino deve il suo nome ad una particolare pianta di limone, situata vicino alla riva, che fungeva da riferimento visivo per i barcaruoli quando cercavano un luogo riparato in cui attraccare durante le giornate ventose e burrascose. Riprendendo una fonte del 1599 infatti "Prima che ci fosse alcuna fabrica, ci era una pianta de limone: onde i barcaruoli che ci si ritiravano alle volte per dar loco alla furia del vento, ei dicevano al limone".


A tutti coloro che vogliono tornare indietro nel tempo consiglio caldamente di visitare la Limonaia del Castèl e tutto il borgo, con i suoi vicoli stretti e il magico porticciolo che profumano di tradizione e storia; sostando in contemplazione nelle còle ci si immerge veramente in quel magico passato in cui c'era armonia tra il lavoro dell'uomo e la natura.

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